Practica Geometriae

La "Practica Geometriae" fu scritta da Leonardo da Pisa (Fibonacci) intorno al 1220, in latino.
Per rendere il suo contenuto accessibile a un più vasto gruppo di persone interessate alla soluzione di problemi geometrici quali erano i maestri d'abaco, gli artigiani, gli agrimensori, i costruttori e i mercanti furono approntate versioni semplificate, scritte in toscano.
La versione qui considerata risale alla prima metà del XIV secolo ed è conservata nel Codice Chigiano M.V. 104 della Biblioteca Apostolica Vaticana ed è in pisano.

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 compasso

APPUNTI DI GEOMETRIA PRATICA

 © Sergio Calzolani, Firenze, 2016

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I documenti contengono appunti relativi alla geometria pratica e cenni relativi alla sua storia.

                      

Geometria teorica e geometria pratica

La geometria teorica dimostra teoremi e per farlo può impiegare soltanto il compasso ad apertura fissa e la riga non graduata.

L'espressione geometria pratica fu introdotta dal monaco Ugo da San Vittore (circa 1096 – 1141) nel titolo di un suo trattato in latino ("Practica geometriæ"). L'espressione stava a significare una "geometria nuova" in grado di aiutare mercanti, agrimensori, artigiani e artisti nei loro lavori.

La geometria pratica risolve problemi concreti usando una grande varietà di strumenti: compassi ad apertura regolabile, righe graduate, goniometri e molti altri.