Unità di misura Toscane

 

Nel Medioevo ciascun libero Comune o piccolo Stato possedeva sue unità di misura lineari, superficiali, volumetriche e di peso, e sue monete, diverse da luogo a luogo.
Con gli stessi nomi erano indicate unità di misura il cui valore variava da una località all'altra: emblematico è il caso del braccio da terra e da panno.
L'esempio della Toscana è quanto mai significativo: fino all'unificazione seguita alle riforme leopoldine del 1781-1782 nel Granducato esistevano ben 69 diversi sistemi di misura, con unità recanti multipli e sottomultipli spesso basati sul sistema numerico duodecimale. La riforma di Pietro Leopoldo tese a introdurre, almeno in parte, il sistema numerico decimale.
Nell'articolo non è stata presa in considerazione Lucca, all'epoca indipendente dal Granducato.
L'articolo si propone uno scopo puramente divulgativo: confrontare le unità di misura lineari e superficiali in particolare di Pisa, di Firenze e di Siena.

 

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 compasso

APPUNTI DI GEOMETRIA PRATICA

 © Sergio Calzolani, Firenze, 2016

e-mail: sergio(punto)calzolani(at)outlook(punto)it

 

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I documenti contengono appunti relativi alla geometria pratica e cenni relativi alla sua storia.

                      

Geometria teorica e geometria pratica

La geometria teorica dimostra teoremi e per farlo può impiegare soltanto il compasso ad apertura fissa e la riga non graduata.

L'espressione geometria pratica fu introdotta dal monaco Ugo da San Vittore (circa 1096 – 1141) nel titolo di un suo trattato in latino ("Practica geometriæ"). L'espressione stava a significare una "geometria nuova" in grado di aiutare mercanti, agrimensori, artigiani e artisti nei loro lavori.

La geometria pratica risolve problemi concreti usando una grande varietà di strumenti: compassi ad apertura regolabile, righe graduate, goniometri e molti altri.